Gli Olivi Antichi del Casale Falconieri

L’immagine dei colli sabini ricoperti di oliveti è più antica della nascita di Roma.
I viaggiatori, che fin da tempi remoti attraversano queste terre, hanno riportato tutti con sé l’immagine delle belle distese di olivi argentati, delle chiazze verdi scure dei boschi di querce, dell’erba smeraldo dei pascoli.
Sulle nostre colline l’olivo cresce senza sforzo, benedetto dal Sole e carico di frutti saporiti: da loro – con millenaria sapienza – otteniamo qui un olio prelibato, che gode da sempre di chiara fama, come già Catone il Censore, Varrone, Columella, Galeno e molti ancora hanno attestato nei propri trattati.
Ma questa storia non è scritta sopra i libri. Per leggerla occorre perdersi fra gli antichi alberi d’olivo, annusare nell’aria il profumo della calendula e della rucola selvatica, seguire il volo geometrico e aggraziato degli storni, percorrere con gli occhi e con la mano le linee scabre dei tronchi monumentali che il tempo, l’uomo e le stagioni hanno scolpito, incavato, inciso, calcinato.
Gli olivi di Casale Falconieri c’erano forse già, con le loro radici affondate possenti nella terra, quando questa piccola fortezza rurale venne edificata nel XVII secolo. Erano qui poco più di un secolo dopo, quando la Sabina fu percorsa da una serie di tremende gelate e migliaia di altri olivi non sopravvissero. C’erano alla fine dell’800, quando il Casale divenne la base di partenza per le scorribande dei briganti Geremia e Fontana.
Sono ancora qui.
Ogni anno, d’Autunno, si riempiono di frutti verdi e profumati, varietà rarissime, come la cosiddetta “oliva di olevano” dalla quale, secondo gli antichi documenti che ne attestano la presenza qui a Falconieri, si produce un olio particolarmente leggero e da sempre ricercato per la grande digeribilità.
La loro cura adesso tocca a noi, olivicoltori da generazioni, consapevoli che – nei confronti di questi alberi pazienti e maestosi – abbiamo una grande responsabilità, quelli di conservarne intatta la forza e la magnificenza, affinché per mille anni ancora possano continuare a rendere belli questi luoghi ed a produrre uno degli oli migliori del mondo.

Uliveto Secolare

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